- 6 Aprile 2017
- Postato da: Web
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Il 2018 è da poco cominciato e come ogni anno il bilancio è in fase di elaborazione.
Per molte società, più che un’opportunità questa diventa una corsa a ostacoli e un’incombenza necessaria per ottenere il rinnovo delle linee di fido, o per poter chiedere ulteriori linee di credito.
Per altre società, è la banca stessa a cercare di forzare i tempi chiedendo una bozza del bilancio anche non approvato, spinta dall’urgenza di capire se il 2017 sia andato meglio o peggio dell’anno precedente, soprattutto con le nuove normative bancarie (ifrs9).
Lo sappiamo molto bene in Entriage: i nostri specialisti sono spesso impegnati, a fianco dell’imprenditore, nella definizione di strategie di bilancio efficaci. Ma siete proprio sicuri che la vostra banca non conosca già bene come sta andando la vostra impresa, e non voglia solo capire se il bilancio è “coerente” con quanto già sa?
È sorprendente quante informazioni andamentali, qualitative e quantitative abbiano le banche, i fornitori, i clienti e anche i consulenti esterni della vostra società.
Il bilancio fotografa l’impresa. È un’immagine con molti limiti, certo: è statica, descrive il passato e talvolta può essere oggetto di compromessi e di interventi non chiari per un terzo lettore, come ad esempio la scelta dei criteri riguardanti la valorizzazione del magazzino o dei crediti. Ma è il riferimento comune per chiunque sia interessato a formarsi (o confermarsi) un’opinione sulla vostra azienda.
Tra un bilancio esteticamente “troppo bello” e un bilancio spietatamente realistico, sostanzialmente “troppo brutto”, esiste una terza via, più strategica e che permette di recuperare “credito” agli occhi e al cuore dei funzionari non solo prevenendo reazioni ostili ma anzi ottenendo alleanza, anche quando esistano criticità evidenti. Com’è possibile ottenerlo?
Bisogna aver chiari alcuni snodi, concettuali e operativi.
Dimentichiamoci intanto di portare le aride pagine del bilancio e pensiamo ad una presentazione che illustra i temi chiave dell’anno passato e soprattutto i piani del 2018 e degli anni a venire (non a voce ma scritto. E scritto bene). Il tutto corredato da numeri, tra cui quelli che interessano veramente ai funzionari ossia il proprio fabbisogno finanziario.
Occorre poi saper rispondere a domande del tipo:
- quanta cassa ho generato o assorbito (ossia sarà rilasciata più avanti) o bruciato (ossia persa) negli ultimi cinque anni? Negli ultimi tre? E nell’ultimo anno?
- Quanta cassa genererò o assorbirò o brucerò nel prossimo e nei prossimi anni? E non è sufficiente il solo rendiconto finanziario del 2017 verso il 2016, come è dato leggere in alcuni bilanci!
- Perché la centrale rischi ha avuto, se ciò è accaduto, sconfinamenti o ritardi?
Con il rendiconto finanziario e un adeguato set informativo sulle strategie che la società porrà in essere nel 2018 e negli anni seguenti, si potrà comunicare alla banca un bilancio 2017 che spieghi e prevenga le naturali domande relative alle criticità che il vostro interlocutore bancario, ormai ben preparato, vi farà.
La consuetudine del nostro lavoro in Entriage ce lo conferma: la stesura del bilancio può essere uno stress, una corsa a ostacoli, addirittura un incubo. Oppure, un’opportunità.
Jimmy Clarini – Fondatore di Entriage
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