- 12 Febbraio 2018
- Postato da: Francesca Anni
- Categoria: Tecnica & Consulenza

Prevenire la mancanza di fondi
Spesso si firmano alla banca documenti, fogli, moduli che se scarsamente considerati possono rivelarsi poi un problema. Vi voglio raccontare perché dietro a una comunicazione apparentemente innocua, magari firmata mesi prima, si può nascondere una grande trappola.
L’esempio riguarda gli interessi annuali a debito maturati entro il 31 dicembre di ogni anno, che dal 2018 verranno addebitati tutti dal 1° marzo. Tutto è sorto con il problema dell’anatocismo e il cambio di calcolo degli interessi che ora sono annuali.
Non c’è più possibilità di pagarli come un tempo ogni trimestre, si può solo scegliere la modalità di pagamento: addebito diretto su conto corrente o bonifico da altro conto corrente.
Dal 1° marzo verrà dunque addebitata questa cifra e a differenza degli anni scorsi il pagamento di tutti gli oneri finanziari, invece di essere spalmato in 4 rate, avverrà una volta sola.
Normalmente le aziende con rating poco brillanti, che senza essere in crisi hanno anche oneri finanziari molto alti: 30/35% del margine operativo lordo (di per sé un segnale da Allerta d’impresa) si trovano già in una situazione di cassa caratterizzata da alta tensione.
Il paradosso è che la banca oggi non ha più convenienza ad avere certi clienti pur incassando elevati importi in interessi, perché in futuro questi ricavi-interessi potrebbero non essere più certi.
Con l’aria che tira a bilancio e con le nuove normative Ifrs9 la banca sa benissimo che parte o tutti gli interessi pagati dall’azienda, a seconda del rating, non finiscono nel suo conto economico alla voce “ricavi” ma come accantonamenti e fondo rischi del credito.
Le banche hanno l’input di uscire dalle aziende con rating dalla vulnerabilità più o meno accentuata (e che hanno bisogno di un piano di risanamento) e si stanno tutte rivolgendo verso clienti di grandi gruppi e con rating ottimi.
Gli altri non li vuole nessuno, anche se pagano cifre folli di oneri ed interessi.
Come gestire questa situazione nel breve termine?
Chiedete immediatamente alle banche qual è la somma dovuta, e sulla base dei dati ricevuti attivatevi quanto prima per avere pronta la necessaria provvista.
Per il 1° marzo è necessario avere la liquidità per pagare gli interessi, pena una segnalazione nella centrale rischi, con un’ennesima insidia e l’effetto domino su tutto il sistema bancario.
Se le cifre fossero importanti, e doveste avere problemi a onorarle, sareste costretti a cambiare i programmi dei pagamenti verso fornitori o terzi.
La lezione da imparare è molto chiara: oggi diventa fondamentale prevenire qualsiasi crisi di liquidità, pena l’aggravamento della situazione finanziaria dell’azienda, e la sua evoluzione in una dimensione di crisi aziendale conclamata.
Se non preveniamo, se le risorse economiche vengono a mancare o se continuano a diminuire, quando ce ne accorgiamo sarà tardi, perché non saremo i soli a saperlo: ne avranno chiara conoscenza anche le banche, le stesse che fino a ieri ci hanno dato credito. E da domani ce lo negheranno.
Quello che cerco di dirvi è che sempre più nei momenti di difficoltà troverete chiuse le porte del credito. Evitare questi momenti è la chiave del successo.
Un buon consulente è anche quello che impedisce certi rischi, li previene.
Alessandro Tescari – Consulente aziendale e blogger di Bilancio Utile
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