Uscire dalla crisi? Col green exit

Siamo con l’avvocato Francesco Stocco, Presidente di Finance & Sustainability società che si occupa di finanza sostenibile. Vedremo in che modo il nuovo approccio degli operatori finanziari, quindi banche, fondi ed investitori possono essere utile anche per le aziende che sono in difficoltà ed in particolare in un processo di Turnaround che le porta ad essere sostenibili, non solo in termini ambientali.

COSA SI INTENDE PER AZIENDA SOSTENIBILE?

C’è il rischio di far passare come un concetto alla moda un’idea che esiste per lo meno dal 1930. È impresa sostenibile quell’impresa che ha la capacità di includere nel proprio processo produttivo la riduzione di esternalità negative e la produzione di esternalità positive. Cosa sono queste esternalità? Un’esternalità negativa è la riduzione dell’inquinamento e questo è semplice; un’esternalità positiva è per esempio la creazione di una scuola o un ospedale in un paese in via di sviluppo dove magari sto costruendo un impianto, quindi l’inclusione all’interno del processo produttivo di riduzione di fattori negativi dell’impresa e promozione di fattori positivi.

COME SI DEFINISCE UN’IMPRESA È SOSTENIBILE?

L’Italia è forse il paese maggiormente all’avanguardia grazie ad una legge relative alle società benefit. È un piccolo capolavoro normativo in quanto richiede, senza troppi oneri per le imprese, di individuare un fattore ambientale, un fattore sociale e un fattore di governance (fattori ESG) come obiettivo da perseguire sempre nella logica di creazione di effetti positivi o della riduzione di effetti negativi nella propria attività di impresa.

Per diventare società benefit è sufficiente una modifica statutaria il cui costo beneficia anche di un credito d’imposta del 50 per cento. Occorre poi che un soggetto terzo, secondo le indicazioni delle nazioni unite, faccia un rendiconto sugli obiettivi che sono stati raggiunti nel corso dell’anno e, ultimo requisito, la pubblicazione di questa relazione nel sito internet all’approvazione del bilancio.

NON È UNA CERTIFICAZIONE TIPO ISO 9000?

No, diventerebbe antieconomico. È un percorso che permette di far emergere quello che c’è di buono in un’impresa o iniziare a far emergere.

CHI PUÒ DIVENTARE SOSTENIBILE?

Tutte le aziende possono diventare aziende sostenibili, ma chiaramente a seconda del tipo di impresa ci sono fattori meno presenti. Per esempio l’impatto ambientale di una società di consulenza sarà ridotto rispetto a una società petrolchimica, ma questo non vuol dire per esempio che l’adozione di politiche di lavoro da remoto possa contribuire a una riduzione del Co2. Si tratta soltanto di tarare bene quali sono gli obiettivi che la società vuole perseguire. Un advisor e qualche buon consiglio può portare alla individuazione di obiettivi anche raggiungibili nel breve tempo senza troppi costi.

QUALI ALTRI CONDIZIONI SONO NECESSARIE?

Al di là degli aspetti formali, l’imprenditore deve sentire un impegno moralmente relativo alla sostenibilità della propria azienda. Non è una questione di burocrazia e di essere certificati sostenibili per avere dei vantaggi; il concetto è ben espresso dalle linee guida delle Nazioni Unite che suggeriscono di fissare obiettivi ambiziosi che l’imprenditore non solo deve essere impegnato nel loro raggiungimento ma che ogni anno deve cercare di migliorare.

QUALI SONO I VANTAGGI DELLA SOSTENIBILITÀ?

Tantissimi. c’è una letteratura aziendalistica economica molto diffusa. Dagli effetti sulla prevenzione dei rischi alla migliore reputazione fino a una maggiore efficienza anche per l’apporto dei lavoratori dell’impresa.

Parlando di società sostenibili quotate e loro indici di sostenibilità, queste hanno tutte una performance superiore rispetto alle società normali e parliamo esclusivamente di un dato economico. C’è però un vantaggio molto forte che deriva dalle normative che l’unione europea ha imposto alle società quotate e ai fondi di investimento ossia di adottare politiche di investimento tarate sul lungo termine e che includano l’obbligo di rendicontare se il portafoglio delle società su cui investono adottano politiche ambientali, sociali e di governance (quindi con attenzione ai parametri ESG).

Questo vuol dire vuol dire che un fondo di investimento, come anche una società quotata sono tenute a rendicontare su questi aspetti. È un’opportunità anche per la piccola e media impresa italiana non quotata se ha tra i suoi clienti o fornitori società quotate perché ovviamente compone questa ideale catena finanziaria

QUANDO PARLIAMO DI FINANZA SOSTENIBILE PARLIAMO DI UNA CATENA?

Si, una catena che vede coinvolti soggetti finanziari e soggetti finanziati per creare un circolo virtuoso. Aggiungiamo anche che ci sono tantissimi fondi d’investimento destinati a questo tipo di economia. Si parla di fondi che emettono impact bond proprio per le imprese con vocazione ESG. C’è tanta offerta di denaro ma poca domanda idonei a raccogliere quel tipo di offerta del denaro perché gli imprenditori non sono a conoscenza di questa opportunità.

QUESTO DAREBBE ANCHE VISIBILITÀ ALL’IMPRESA?

La strada della sostenibilità porta vantaggi dal punto di vista di visibilità internazionale, dal punto di vista del mondo finanziario quindi anche in generale vantaggi commerciali. Un caso che racconto sempre è di una società che abbiamo trasformato in società benefit. Una multinazionale doveva scegliere tra cinque competitors che non avevano grandi differenze di prodotto e servizio e per la realizzazione di un progetto ed è stata scelta proprio la società benefit che aveva implementato un sistema di recupero nelle acque di scarto.

Ribadiamo che il concetto di società benefit non è solo una questione estetica e di forma ma ci deve essere la sostanza in questo caso facile da collegare al tema ambientale. Il concetto di sostenibilità, non dimentichiamolo, è anche nella qualità dei prodotti, nel processo produttivo, ecc.

CI SONO ESEMPI IN AMBITO SOCIALE (La S di ESG)?

Le modalità di rapporto con i lavoratori sono incluse nell’ambito dell’impatto sociale; la qualità di vita dei lavoratori e la possibilità di lavorare da remoto e quindi la possibilità di coniugare il tempo della famiglia con l’aspetto lavorativo è sicuramente uno degli ambiti tradizionali classici.

Un elemento particolarmente innovativo è quello di creare una collaborazione tra l’impresa e il mondo da un lato del terzo settore e dall’altro della cooperazione soprattutto della cooperazione sociale.

Una società che si occupa di generazione di plastiche da materiali di scarto tramite il contatto con un’associazione senegalese ha esportato il suo modello in Europa ed è riuscita a creare una filiera di recupero del Pet che poi vende come plastica riciclata.

È un esempio di successo ma anche coinvolgere ed esternalizzare parte del processo produttivo a beneficio di società cooperative sociali. Questo consente anche di avere alcuni sgravi fiscali

CI SONO ESEMPI IN AMBITO GOVERNANCE (La G di ESG)?

Il primo esempio è quello di un controllo corretto della catena di fornitori. Non dimentichiamo che qui c’è la vera ipocrisia nel mondo della sostenibilità perché molte imprese esternalizzano in paesi come Cina o altri in cui i diritti umani sono violati e già qui cade il castello. Quindi il tema della catena dei fornitori che si impegnano a rispettare i diritti umani dei dipendenti già è un aspetto importante.

Il secondo modello che suggeriamo è quello della creazione di un comitato tra lavoratori e consiglio di amministrazione in cui le istanze dei lavoratori possano essere discusse in un clima che non è quello formale e di tensione sindacale ma siano i lavoratori e i dipendenti dell’impresa ad avere un ruolo propositivo cioè di proporre al consiglio amministrazione alcune misure per migliorare non solo il lavoro qualitativamente ma anche per migliorare i processi dell’azienda.

TUTTO QUESTO VALE ANCHE PER UN’AZIENDA IN DIFFICOLTÀ?

Si, un’azienda che è in difficoltà o in crisi e che attua un processo di Turnaround con un percorso di conversione verso la sostenibilità trova maggiori opportunità rispetto a mantenere un modello più tradizionale. Quando una società va in crisi le banche sono le prime a voltare le spalle ed i fornitori guardano un po’ con l’atteggiamento negativo e magari trovi supporto finanziario da persone ed enti con un forte profilo speculativo.

Essere sostenibili, invece, consente innanzitutto di accedere a prodotti per cui l’Italia è assolutamente uno dei Paesi all’avanguardia, per esempio i fondi per la cooperazione che incentivano operazioni di worker by out. Se fai partecipare i tuoi dipendenti al capitale della tua azienda lo Stato italiano interviene attraverso un fondo finanziando il 100 per cento del valore apportato dai tuoi dipendenti, in più assicura linee di credito agevolate per cinque volte questo valore. Ci sono poi alcune banche attente a questo tipo di operazioni che puntano a supportarle senza pretese di rendimenti alti.

TRE CONSIGLI DA DARE AGLI IMPRENDITORI PER LA CONVERSIONE ALLA SOSTENIBILITÀ AZIENDALE

  • L’imprenditore deve essere consapevole di essere un attore sociale con un potenziale di impattare positivamente, molto più di quanto già lo faccia, su ambiente, società e governo aziendale.
  • Individuare gli stakeholder aziendali e coinvolgerli nel processo produttivo fino a progettare la trasformazione in società benefit.
  • Attuare politiche di risparmio energetico e della CO2.

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