- 3 Giugno 2020
- Postato da: lauracascone
- Categoria: News, Tecnica & Consulenza

Una crisi aziendale è sempre un momento straordinario ed anche drammatico per ogni imprenditore e per la sua organizzazione. Ancor di più se arriva in modo improvviso come sta avvenendo a causa del Corona-virus
Abbiamo riassunto in un decalogo, frutto della nostra esperienza di specialisti nel turnaround management, azioni e strategie che consentono di superare una situazione di crisi in maniera proficua.
Il decalogo si racchiude in 3 aree:
A. Agire in fretta
B. Rimanere razionali
C. Essere proiettati nel futuro
In quanto specialisti che risolvono crisi d’impresa abbiamo elencato, per ogni area, un esempio di best practices che consentono all’imprenditore di agire in fretta, non disperdere energie e di restare focalizzati sull’obiettivo di uscita dalla crisi.
A) Nell’area dell’agire in fretta c’è l’urgenza dell’intervento.
1. Costituire immediatamente un team dedicato per gestire una crisi è una mossa tattica essenziale. La Task Force (termine che purtroppo nella politica italiana ha assunto una connotazione negativa) è un team che è focalizzato su pochi obiettivi a breve termine ed agisce in maniera veloce nei confronti di una crisi aziendale, imposta dei livelli di controllo e diventa riferimento, per un breve periodo, per tutta l’azienda. Un team dedicato che ha già affrontato operazioni di questo tipo è più preparato a monitorare costantemente la situazione e a fare scenari futuri. Se non si hanno le competenze all’interno c’è per forza bisogno di farsi aiutare da un team di esperti.
2. Accettare di uscire dalle regole e rimuovere alcuni ostacoli legati alla policy aziendale serve ad agire più velocemente in un contesto di crisi. In una situazione di emergenza, le regole delle condizioni ordinarie, possono essere un ostacolo e la task Force e il Cda devono poterle sospendere. Sperimentare la “novità” può essere poi interessante spunto per il futuro.
B) Nell’area del “rimanere razionali” rientrano tutti quei comportamenti che cercano di mantenere degli equilibri sani all’interno dell’azienda. Farsi prendere dal panico non serve: la tensione con il proprio staff, le relazioni tese con clienti e fornitori non portano benefici ma aggravano ulteriormente i problemi di una situazione che di per sé è già complessa.
3. La giusta distanza emotiva dal problema può aiutare l’imprenditore a vedere le cose con maggior chiarezza. Ma per avere distanza emotiva l’imprenditore non può gestire personalmente tutto e deve delegare. Per esempio un reparto risorse umane o almeno un unità che sappia gestire i rapporti con lo staff diventa strategica nell’affrontare una situazione di emergenza.
4. Non bisogna dimenticare i clienti ed è necessario continuare a mantenere proficue relazioni commerciali con loro. I clienti sono la linfa vitale dell’azienda e non possono essere messi da parte nemmeno durante un periodo di crisi conclamata. Alimentare la fiducia dei fornitori e dei clienti è un modo tattico per affrontare una crisi con razionalità e tessere rapporti commerciali più solidi per il futuro. Nell’emergenza non bisogna dimenticare di dialogare con loro, coinvolgerli ed approfittarne per lavorare su nuovi progetti assieme.
5. Creare riserve di liquidità è un altro elemento tattico per poter realizzare operazioni straordinarie. Una liquidità anche minima consente di affrontare in maniera più veloce alcune operazioni che saranno necessarie ed ora non prevedibili.
6. Continuare a investire ma in maniera più selettiva e a rivedere continuamente i budget di spesa. In una situazione di crisi aziendale non si possono tagliare i costi indistintamente ed i i budget – meglio definirli scenari e previsioni a breve -, devono essere rivisti e aggiustati costantemente secondo le emergenze del momento.
C) Per essere proiettati nel futuro bisogna partire dal presupposto che le crisi arrivano per tutti i settori e per tutte le aziende ma prima o poi passano o perché le condizioni del mercato ritornano come prima (molto raro) o perché le strategie e l’organizzazione aziendale sono cambiate. Una volta che il business torna in condizioni di maggior stabilità dopo il momento di “paura”, pur essendo ancora debole, è il momento di ripensare profondamenente al modello di business ed impostare processi di turnaround industriale:
7. È il momento di valutare nuovi segmenti di mercato e target di clientela che ora possono essere più attrattivi; in questa direzione va ripensata anche l’offerta dei prodotti e servizi
8. E’ il momento di affrontare con determinazione le inefficienze produttive e di processo, fino a considerare, se vi è una strategia di cambio di offerta, nuovi investimenti.
9. Di pari passo l’organizzazione dovrà essere ripensata. Un nuovo organigramma, nuovi sistemi di riporti, qualche promozione (e forse qualche ridimensionamento)
10. Infine, in questo contesto, saranno necessari nuovi investimenti e risorse finanziarie; fondamentale comprendere la sostenibilità del cambiamento e quali possono essere le fonti di nuova finanza.
Tutte le crisi sono diverse ma tutte terminano e dalla nostra esperienza consolidata di specialisti in turnaround crediamo che la velocità ma soprattutto la qualità nell’agire sono essenziali per superare una crisi aziendale.
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