È un viaggio del tutto particolare, questo che sto per raccontare. A partire dalla dimensione mitologica che lo attraversa.

È tuttavia un’esperienza estremamente reale, così come sono autentici i protagonisti, gli eroi di queste vicende: gli imprenditori. Che dovranno superare prove difficili, affrontare pericoli nascosti, evitare insidiosi tranelli, oltrepassare ostacoli, battere nemici. Un viaggio impossibile da affrontare da soli. Infatti, i nostri eroi hanno al loro fianco una guida, un mentore: l’esperto di Turnaround. Ed è in questa veste che voglio narrare questo tragitto, dentro e fuori una crisi aziendale. Io stesso l’ho compiuto tante volte a fianco di molti imprenditori. Un’esperienza da affrontare fianco a fianco, per raggiungere una meta importante: la salvezza e il rilancio dell’azienda.

Come ogni viaggio epico, l’eroe farà alla fine un felice ritorno a casa, e avrà la sua preziosa ricompensa: la sua impresa, fuori dalle secche della crisi, riprenderà a produrre utili, soddisfazione, ricchezza.

È un viaggio ogni volta diverso, ma ogni volta identico nei suoi snodi, nei suoi bivi, nelle sue destinazioni.

Come ogni viaggio, si parte dall’inizio. Anzi, da un po’ prima.

Prima del viaggio

Prima di intraprendere il suo viaggio, l’imprenditore è un eroe solo.
Sono ormai alcuni anni che le cose non vanno bene come un tempo. Lui è chi ha fondato l’azienda, l’ha fatta nascere e poi crescere. L’azienda è la sua creatura. Nessuno la conosce meglio. E l’eroe non ha mai abbandonato l’ottimismo, anche quando le cose hanno cominciato a girare meno bene, o male. L’imprenditore ha continuato a fare quel che sa fare: ha messo in campo idee e nuovi progetti per risalire la china. Ma la realtà è che gli utili sono sempre meno, e anzi le perdite d’esercizio si sono fatte evidenti. La liquidità cala sempre più. A poco sono serviti le ricapitalizzazioni e i nuovi investimenti che l’imprenditore-eroe ha generosamente immesso nell’azienda.

Il nostro eroe non sa più cosa e come fare. E si sente solo. Ne parla malvolentieri. Del resto, è entrato in un territorio a lui nuovo, difficile da decifrare, ostile: quello della crisi aziendale.

“Fai qualcosa” gli dicono a un certo punto familiari e amici. “Va trovata una strada nuova”, gli fanno eco i collaboratori più vicini. E finalmente, qualcosa accade.
Arriva il momento della “chiamata all’azione”.
Tavola 1
Come in ogni storia epica, compare un messaggero – un “segno del destino” – che finalmente fa scattare l’imprenditore: una mail, la telefonata di un amico, il richiamo di un fornitore. È chiaro che così non si può proseguire, la crisi va affrontata, e sarà anzi un’opportunità per far evolvere l’azienda. Il nostro imprenditore-eroe ancora non sa dove e come arriverà, ma sicuramente sarà meglio di ora. Bisogna dunque partire per il viaggio.

La partenza

È un viaggio nuovo e pieno di insidie, questo: serve un aiuto, una guida. Lo specialista di Turnaround conosce la strada, sa come evitare i suoi tranelli, le difficoltà da superare: sarà lui ad accompagnare il nostro eroe. E sarà un viaggio breve, perché il primo nemico da battere è il tempo.

Prima di partire occorre però conoscere bene il tragitto e le insidie di cui è costellato. Occorre fare una precisa analisi della situazione aziendale. Spesso gli effetti di una crisi vengono scambiati per le sue cause, come nel caso della mancanza di liquidità, che dieci volte su dieci viene ritenuta la causa della sofferenza aziendale, mentre è sempre e soltanto la conseguenza di un problema che sta altrove.
Tavola 2
Per cominciare il viaggio occorre prima capire quali sono i problemi che durante il percorso andranno affrontati.
Ci sono direzioni, ad esempio, che sembrerebbero le più facili e naturali da seguire, e invece si rivelano immancabilmente strade senza ritorno, vere e proprie trappole da evitare. Come la decisione di ricapitalizzare o come quella tentazione di parlare “con il cuore in mano” ai funzionari di banca che da sempre sono stati gentili e che sicuramente capiranno ed aiuteranno. No. Tutte le cose di “cuore” sono da tenere da parte. Si ragiona con i numeri, numeri solidi, precisi, ben impostati e ben presentati.

Sulla strada che ci si appresta a percorrere si frappongono porte dalle forti serrature: impossibili da aprire senza le chiavi giuste.

Lungo il viaggio si incontreranno poi personaggi che parlano linguaggi poco noti o del tutto sconosciuti sia all’imprenditore-eroe sia ai suoi tradizionali collaboratori: che vorranno mai dire allocuzioni come par conditio, in bonis, cash flow, asseveratori, due diligence?

Sarà poi facile incontrare pericolose sirene ammaliatrici. Per esempio uomini di fantomatici fondi di private equity pronti ad investire nell’azienda in crisi oppure consulenti che “conoscono” le persone giuste in banca o nei tribunali o tra i sindacati. Non si è mai visto risolvere una crisi aziendale senza un percorso ben costruito e pianificato che considera in modo “sincronizzato” tanti elementi.

E nuovi interlocutori si affacceranno con energia rivendicando diritti, avanzando pretese: il credit manager del fornitore internazionale si farà minaccioso, il gentile funzionario di banca cederà il “dossier” all’aggressivo collega dell’ufficio centrale “Crediti in sofferenza”. Spunteranno i primi sindacalisti che vogliono capire cosa stia succedendo e persino qualche lontano famigliare, da sempre estraneo alle faccende aziendali, chiederà delle sue quote societarie.

Alcuni personaggi si riveleranno ostili, altri potranno diventare invece alleati, o rimanere neutrali osservatori. Tutti andranno però gestiti, con intelligenza e tempestività.

Si parte

Capito il punto di partenza (la reale situazione dell’azienda), e ciò che ci aspetterà lungo il percorso, il viaggio comincia. I passaggi dovranno avvenire in sequenza logica, e velocemente. Non c’è tempo da perdere, e questo è tanto più vero quanto più la decisione di partire è stata rimandata.

Ci sono alcuni passaggi che sembrano insolitamente complicati: ciò che un tempo si faceva in modo naturale e automatico, come acquistare materiali e vendere prodotti/servizi, diventa sempre più difficoltoso. La liquidità scarseggia, e le regole sono cambiate. Bisogna conoscerle, e sapere come muoversi. Anche meccanismi che in situazioni normali sono semplici, diventano ostici. Per fortuna un esperto di Turnaround è attrezzato, perché è abituato a queste dinamiche, e sa come affrontarle.
Tavola 3
Superate le prime insidie del viaggio, si entra dentro paesaggi del tutto ignoti. Attività mai affrontate prima richiedono la massima attenzione e la cooperazione di tutti: azionisti, consiglieri, dipendenti, consulenti e quanti sono direttamente e indirettamente interessati al buon esito di questo percorso d’uscita dalla crisi: fornitori e banche.

In realtà questa prova è anche la più grande sfida per l’imprenditore-eroe: la velocità con cui gli eventi accadono lo costringono a rinunciare, in modo per lui innaturale, alla tentazione del controllo. Ora deve riporre fiducia non solo in sé stesso, come ha sempre fatto, ma anche in altri. Prima di tutto nella sua guida, l’esperto di Turnaround.

Ma in modo spesso inaspettatamente veloce, la fase più turbolenta del viaggio è già alle spalle. I primi sei mesi sono i più difficili. Poi, quasi sempre la strada tende a ritornare pianeggiante, se non in discesa. Il viaggio però non è terminato.

Ci vorrà ancora del tempo per recuperare la fiducia dei clienti, dei fornitori, dei dipendenti e delle banche. Tutti questi “stakeholders” hanno partecipato e collaborato e si aspettano comunicazione e aggiornamento costante su come procedono i piani ed i progressi. Tutti vogliono comprendere se quanto è stato riportato e programmato diligentemente viene rispettato.

Il viaggio continua ma ormai si intravede la meta. L’imprenditore-eroe ha finalmente trovato la “chiave d’oro” che gli permette di vedere le cose in modo diverso. La destinazione verso cui portare la propria azienda è ora chiara.
Tavola 4
E come tutti gli eroi reduci dalla loro avventurosa esperienza, il “ritorno a casa” è il momento più intenso e più ricco: sia di accrescimento personale, perché l’eroe durante il viaggio ha capito molte cose ed è cresciuto sul piano umano e imprenditoriale; sia patrimoniale e reddituale, perché le perdite sono finalmente finite, e sono state ripristinate le condizioni per riprendere a fare business, e creare nuovo profitto.

L’eroe-imprenditore torna finalmente a sorridere. Ha solo un rimpianto: “Se solo avessi iniziato prima!”